"È un miracolo: io mi chiedo, mi chiedo, assediato dall'urlo martellante del mare, unico uomo come seppe protrarre vita fatta di pianto?"
"Tra i personaggi della tragedia greca, Filottete è il solo a possedere un carisma "biblico". Egli è «l'uomo dei dolori» – «l'uomo che ha provato la miseria» è scritto nelle Lamentazioni –, dall'incomparabile pena, fratturato da ferita cronica che contorce, che lo estirpa dal convivere coi simili. Inselvatichito, abbandonato, privo di amici, Filottete è personaggio anti-greco [...]; è la pena a contrapporlo al resto dei vivi: «Sono un uomo, io, devastato, solo, vuoto, non ho più nessuno»."
Davide Brullo
Filottete ha una piaga terribile, purulenta, inguaribile. Punizione divina per aver oltrepassato un limite divino. Per questo i greci diretti a Troia lo abbandonano sull'isola di Lemno. Passano dieci anni, gli oracoli parlano: Troia è imprendibile senza l'arco di Filottete. Scattano i piani di Ulisse, malevoli, ingannatori. Filottete è una tragedia sorprendente, con un happy end che è solo un'illusione.
Questa tragedia di Sofocle, rappresentata per la prima volta nel 409 a.C. nel pieno della guerra del Peloponneso, si apre con l'Invito alla lettura del poeta e scrittore Davide Brullo.
Questa edizione si avvale della traduzione magistrale di Ezio Savino.